TRENITALIA SOPPRIME GLI ULTIMI COLLEGAMENTI RIMASTI TRA SICILIA E NORD

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Con l’entrata in vigore dell’orario invernale, cioè dall’ 11 dicembre, Trenitalia Spa cancellerà i treni notturni che da anni collegano il Nord e il Sud Italia.

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Tutti i treni in partenza dalla Sicilia utili per raggiungere Milano, Venezia e Torino non viaggeranno più la notte e non arriveranno più direttamente presso le città del nord ma si fermeranno obbligatoriamente a Roma.  Le tratte ferroviarie che verranno cancellate dal servizio notturno sono quelle da Agrigento a Roma;  da Palermo e da Siracusa  a Venezia;  da Palermo e da Siracusa a Torino;  da Palermo e da Siracusa a Milano. Confermati invece i cinque collegamenti giornalieri tra Palermo e Roma e gli altrettanti tra Siracusa e Roma.

Non sarà più espletato il servizio cuccette e si utilizzeranno normali convogli, ma essendo il mezzo di trasporto gratuito preferito anche dai politici nostrani che hanno paura di volare appare anomala la soppressione.

Chi dalla Sicilia dovrà andare oltre Roma invece si vedrà costretto a fermarsi e prendere un altro treno. E i nostri politici siciliani accettano passivamente che il Treno del Sole, il Trinacria e il Treno dell’Etna cessino d’esistere?

La soppressione dei treni notte lascia nella disperazione della improvvisa disoccupazione circa 800 dipendenti del servizio notte (circa 100 dei quali a Messina). Servizio espletato da aziende esterne alle quali dall’11 dicembre è stato revocato il contratto. Prosegue invece il servizio notte internazionale affidato però a una ditta francese.

Chi fa lunghe percorrenze non viaggia con la valigetta e quindi tuttora si sente la necessità, per chi non può prendere l’auto o l’aereo, di questi collegamenti giornalieri. Si può cambiare treno, si è vero, ma il disagio è notevole.

Che dire, infine, della soppressione del treno Agrigento/Roma e viceversa. Gli agrigentini dovranno giocoforza prendere i pullman.

Non possiamo fare a meno di osservare che mentre si sono consumate manifestazioni piccole e grandi per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia, non ultima tra queste, proprio a proposito di Trenitalia, l’inaugurazione della nuova stazione di Roma Tiburtina che ha visto il Presidente Napolitano e gli amministratori di Trenitalia non perdere l’occasione per ricordare agli italiani quanto sia importante la coesione nazionale in un momento così difficile e delicato, va a farsi benedire il principio garantito dalla Costituzione della libera circolazione.

Le conseguenze di questa decisione, tanto illogica quanto impopolare di sopprimere in totale 30 treni, tra i quali molti a percorrenza notturna, non grava solo sull’utenza interessata al servizio ma anche sui lavoratori stessi addetti a queste percorrenze che dal 12 dicembre saranno di fatto dichiarati in esubero.

Per questo motivo ieri mattina una delegazione di sindaci delle città del sud più colpite dai tagli ha raggiunto la sede di Trenitalia a Roma per cercare un confronto con l’azienda.

Ci chiediamo dunque, perché, nonostante i numerosi appelli che si susseguono da giorni, i vertici delle Ferrovie dello Stato tacciono e non rispondono, a chi giovi tanto accanimento e chi, invece, trarrà beneficio dall’isolamento del sud Italia e soprattutto della Sicilia che tra l’altro ha visto crollare definitivamente i progetti sulla controversa realizzazione del ponte sullo stretto di Messina.

È la tipica situazione che dovrebbe vedere uniti i politici siciliani e le nostre amministrazioni solidali nel dimostrare alto il loro dissenso, ma questa non sarà una notizia che sicuramente potremo registrare.

In giornata è prevista un’audizione del neo-ministro Corrado Passera nella remota speranza che possa essere riconsiderata l’incomprensibile decisione adottata dalla direzione nazionale di Trenitalia Spa.

Corrado Rubino

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